Repentista: cantore e sciamano
Dalle parlate gaeliche delle Isole di Sky, fino al siciliano di Vittoria, passando dai diletti di Galles e dall’alpino ladino, i verbi usati per significare comporre canti, comporre poesia hanno la stessa radice linguistica del verbo guarire[1]. L’etnolinguistica, infatti, ha dimostrato da tempo l’esistenza di professionisti della parola ora (passato poi allo scritto con i trovatori occitani) che, da una parte, usavano parole per cantare le gesta dei capi; dall’altra lo utilizzavano per guarire le malattie oscure dell’animo umano o per propiziare un raccolto. Questi poeti-guaritori sono ritenuti i continuatori degli sciamani indo-europei, figure operanti dall’Europa all’India.
Significativa diventa allora questa testimonianza del repentista Emiliano Sardiñas Copello notiamo lo stesso ruolo celebrativo, mantico e terapeutico svolto dalle parole del poeta improvvisatore. Emiliano Sardinias, detto il Poeta de la Mochila (dello zainetto), mette in Facebook queste decime relative all’incidente aereo di qualche mese fa, e racconta un episodio che contestualizza le decime in questione. Mi pare opportuno pubblicarle, perché, nella loro estemporaneità, sono significative di qualcosa di più profondo. Emiliano in uno dei molti incontri e conversazioni che abbiamo avuto, mi diceva che fare il Poeta, nel suo villaggio di San Nicolas, Provincia Avana, somigliava a fare il mestiere di Medico: in certi casi, quando una tal signora angustiava il dottore del paese con infinite descrizioni di dolori più o meno immaginari, era il medico stesso a consigliarla di telefonare a Emiliano. Egli, a sua detta, con alcune decime dette al telefono la consolava, e ne cambiava se non la salute perlomeno l’umore. in linea con questa traccia, rivedo Emiliano in questa sua funzione sciamanica, su un aereo che precipita sussultando, a creare decime per i passeggeri terrorizzati, alleggerendone la tensione. Credo possa capitare solo a Cuba, e solo quando al poeta si attribuisce un carisma particolare, che ha qualcosa di liturgico. Ho la sensazione che il gesto di Emiliano sull’aereo abbia qualcosa di liturgico, aggiungerei di sacro, di molto antico. Mi pare dunque giusto condividerlo con gli aficcionados dell’Ottava, della Decima, e della poesia in genere.
David Riondino
Elvio Ceci

Il repentista Emiliano Sardiñas Copello durante una sua performance
UN LAMENTABLE ACCIDENTE
ENLUTA AL PUEBLO CUBANO Y HAY LLANTO POR CADA HERMANO Y POR CADA HERMANA AUSENTE TODO EL MUNDO AQUÍ SE SIENTE CON EL PECHO COMPRIMIDO MIENTRAS YO, TAMBIÉN HERIDO DESATO MI LLANTO INTERNO Y PIDO EL DESCANSO ETERNO DE LAS ALMAS QUE SE HAN IDO.
Un saludo triste para todos mis amigos. El Miércoles 16 de mayo de este 2018 viajé a Santiago de cuba para seguir hasta Guntánamo, la provincia más oriental de Cuba para la 20 edición de la fiesta campesina Reutilio Dominguez inmemorian. Me han llegado muchas imágenes pero prefiero no compartir ninguna,son desgarradoras y no es bueno herir la sensibidad de otras personas,hoy regresamos en ómnibus a la Habana y no pude dejar de pensar en en aquella jóven y amable tripulación y me cuesta creer que aquellas muchachas sonrrientes ya no están en la vida,entonces pienso en que si el accidente ocurre 48 horas antes yo no estaría escribiendo esta crónica y las personas que me quieren estuvieran llorando por mi. ¿Saben que voy a hacer por la mañana en cuanto me despierte? Voy a llamar a cuanta persona pueda y a decirle que la amo,y voy a llamar a los dos o tres amigos con los que he tenido desencuentros y les voy a pedir perdón aunque sean ellos los que tengan que pedirmelo a mi.¡Que corta es la vida y como la desperdiciamos¡ Cualquier día, el menos pensado, puede ser el último. Amigos mío que lean estas palabras los amo a todos y solo deseo que DIOS los proteja y los bendiga.
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Un incidente deplorevole
fa star in lutto il popolo cubano e si piange per ciascun cubano e per ciascuna sorella assente. Tutto quanto qui si sente con il petto compresso mentre io, anche io ferito, sciolto il mio pianto interiore e domando il riposo eterno delle anime che se ne sono andate.
Un saluto tiriste per tutti i miei amici. Mercoledì 16 maggio di questo 2018 viaggiai a Santiago di Cuba per continuare fino a Guantanamo, la provincia più orientale di Cuba per la ventesima edizione della festa campagnola Memoriale Reutilio Dominguez. Durante la manovra di decollo sentii un movimento particolarmente inusuale e presto anche quando l’aereo girava cercando la rotta traballammo un po’, mia moglie e io non avemmo paura però i miei tre colleghi, con cui andavamo insieme, ebbero paura. Successivamente la turbolenza ci constrinse a mettere le cinture di sicurezza e di non alzarsi; da dieci giorni nel Paese stava piovendo tanto e stavamo attraversando una zona di turbolenze, qualche passeggero mi gridavano “Emiliano canta qualcosa” e io cantai qualche decima e cominciai scherzando affiché per persone non pensassero più nello scomodo traballare dell’aereo. Nei voli nazionali ai membri dell’equipaggio le si da soo acqua; prima di dava caffè e un paio di caramelle per decompressionare, per ora solamente acqua. Quando toccò a me il momento di ricevere il mio bicchiere di acqua le dissi alla bella e giovane hostess, una signorina messicana, di portarmi per piacere un limone e un cucchiao di zucchero e mezzo aereo scoppiò a ridere, gli altri rimasero normali. Continuavamo per Guantanamo e quindi al municipio di Manuale Tames e le attività furono belle e le piazze piene; però il venerdì successivo ricevemmo la terribile notizia che quello stesso aereo precipitò con 113 persone a bordo e che solo tre donne erano sopravvissute e si trovavano in uno stato critico estremo. Mi arrivarono molte immagini ma preferiscono non condividerle, sono strazianti e non buono ferire la sensibilità di altre persone. Oggi torniamo in Omnibus all’Avana e non ho potuto smettere di pensare in quel giovane e amabile equipaggio e mi duole crede che quelle ragazze sorridenti non sono più in vita; quindi penso che se quell’incidente fosse accaduto 48 ore prima, io non starei scrivendo questa cronaca e le persone che mi vogliono bene starebbero piangendo per me.
Sapete che farò la mattina appena mi svegliio? Chiamerò quante più persone possa e le dirò che le amo; e chiamerò quei due o tre amici con cui ebbi disaccordi e gli chiederò scusa, anche se dovrebbero essere loro a chiedermelo. La vita è breve e come la disperdiamo!
Qualche giorno, almeno pensato, potrebbe essere l’ultimo. Amici miei che leggete queste parole, vi amo a tutti e solo desidero che Dio vi protegga e vi benedica. |
[1] Vedi gli studi di Francesco Benozzo in http://www.continuitas.org/